Descrizione
AlpinismoIl Pizzo Scalino è una iconica montagna della Valmalenco, meta molto frequentata per la sua accessibilità e per la sua bellezza, tanto da essere definito come il "Cervino della Valmalenco".
Noi decidiamo di percorrere un anello che ci porterà alla vetta salendo dalla Vedretta dello Scalino (o quel che ne rimane del ghiacciaio) e scendendo dal Passo degli Ometti.
In questo luglio affollato di escursionisti, troviamo posto con un colpo di fortuna al bellissimo Rifugio Cà Runcasch che raggiungiamo dopo circa 0.45h di cammino dalla Diga di Campo Moro (il parcheggio sotto il Rifugio Zoia dove abbiamo lasciato la macchina ha un costo di 6€ al giorno).
Sveglia presto e dopo una veloce colazione siamo in cammino con le luci delle frontali a illuminare il sentiero.
Seguendo i consigli del rifugista, prendiamo una debole traccia nei prati e costeggiamo il torrente fino a incrociare il sentiero principale che collega il Rifugio Cristina al Passo Campegneda (0.45h dalla partenza). Manteniamo la destra in direzione del rifugio e pochissimo dopo svoltiamo a sinistra (cartelli): qui si inizia decisamente a salire verso il Cornetto (2850mt) che raggiungiamo in circa 2.00h dalla partenza.
Proseguiamo su sfasciumi e rocce, perdendo a tratti gli omini e i segni, e sbuchiamo sotto la vedretta. Avanziamo seguendo alcuni ometti fino a portarci al centro del ghiacciaio che appare in buone condizioni, con i buchi ben tappati dalla neve dura.
Indossati i ramponi, ci leghiamo e partiamo con qualche problema a individuare la via giusta perché nel frattempo è scesa la nebbia e la visibilità è scarsa, e lo sarà fino alla cima.
Per raggiungere la cresta, dal ghiacciaio ci sono due possibilità di uscita (vedi sotto foto itinerari presi da vienormali.it):
- mantenere la destra il più possibile e sbucare alla Selletta 3200mt attrezzata con catene nel 2018 per facilitare la salita visto il costante ritiro del ghiaccio
- superare la crepaccia terminale rimanendo più al centro e uscire in prossimità dell'Intaglio 3178mt che collega la Spalla SE dello Scalino alla Cima Val Fontana.
Noi scegliamo la seconda, perché ci sembra più dolce rispetto alla ripida selletta. Raggiunta la cresta (1.00h dall'inizio del ghiacciaio), noi scaliamo la Spalla SE (passaggi di II un po' esposti) puntando a un anello di calata, ma è possibile aggirarla scendendo di qualche metro a sud, sicuramente la scelta più sicura.
Raggiunta la selletta, proseguiamo la divertente cresta tra salti rocciosi e canalini, mai difficili fino alla croce di vetta (3323mt, 0.45h dall'Intaglio, 4.30h dal rifugio).
Purtroppo per noi siamo avvolti dalle nuvole e dal freddo; non vediamo niente del fantastico panorama che dovrebbe esserci su tutto il gruppo del Bernina e Disgrazia.
Per la discesa percorriamo a ritroso la cresta e poco prima della selletta prendiamo un ripidissimo e scivoloso canalone in direzione sud. In questo tratto è fortemente consigliato il caschetto perché è inevitabile la caduta di sassi.
Il sentiero si fa più comodo fino al Passo degli Ometti (2767mt). Svoltiamo a destra e inizia una interminabile pietraia di grossi massi, scomoda e non molto segnata.
Con molta fatica ne usciamo e calpestiamo i morbidi prati dell'Alpe Prabello, dove è situato il Rifugio Cristina (2227mt, 3.00h dalla cima). Da qui, per strada bianca, raggiungiamo il Cà Runcasch per un meritato pranzo.
Recuperate tutte le nostre cose, scendiamo al parcheggio in 0.45h.
Scheda tecnica
23/07/2023
Diga di Campo Moro, Lanzada (SO)
3323mt
F+
(Vai a legenda)1350mt
Salita: 5.15h
Totale: 9.30h
(0.45h dal parcheggio al rifugio; 4.30h dal rifugio alla cima; 3.30h dalla cima al rifugio; 0.45h da rifugio a parcheggio)
Piccozza, ramponi, caschetto, imbrago
AndreaFrancescoMatteo
Note
Bel giro in una splendida valle, peccato non aver gustato il panorama dalla cima. Abbiamo trovato il ghiacciaio in buone condizioni, seppur in costante declino: i crepacci sono ben visibili e tappati dalla neve. Come tutti i ghiacciai va ovviamente affrontato con la giusta attrezzatura e legati. La discesa dal Passo degli Ometti si è rivelata molto faticosa, nonostante sia la più frequentata. Forse vale la pena affrontarla in salita e scendere dal ghiacciaio, se le condizioni lo permettono.
Traccia
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