Descrizione
AlpinismoIl Gran Zebrù è una bellissima piramide di 3857 mt. di altitudine, nel gruppo dell'Ortles-Cevedale, seconda per elevazione solo alla cima dell'Ortles stesso.
L'idea di scalarla in una stagione tipicamente da scialpinismo, nasce questa primavera: dopo interminabili mesi di lockdown, la sfrenata voglia di ritornare in altura ci ha spinto a realizzare il progetto, non appena le condizioni meteo l'hanno permesso.
Punto di partenza di questa fantastica ascensione è il Rifugio Forni, a 2160mt, raggiunto la sera in auto da Santa Caterina Valfurva.
La mattina seguente partiamo alle 4:50, percorriamo il primo tratto che si infila nella Val Cedec, e raggiungiamo il Rifugio Pizzini, in 1.15h; quella che in estate è una tranquilla mulattiera, adesso è una traccia completamente innevata.
Davanti a noi, in tutta la sua bellezza, spicca la piramide della nostra meta di oggi, con la parete est già baciata dal primo sole.
Proseguiamo oltre il rifugio, rimontando sul lato sinistro della valle. Quindi saliamo ancora aggirando sulla sinistra un grande roccione, sempre con facile pendenza resa particolarmente dolce dall'abbondante copertura nevosa. Dietro al roccione, la pendenza inizia ad aumentare, fino a portarci alla base del collo di bottiglia, un ripido canalone che parte dai 3250mt fino a sbucare sulla sella a 3460mt.
Dalla sella, iniziamo la salita della parete est, con la pendenza che aumenta con l'avvicinarsi della vetta; in questo tratto, con la neve già molle di primo mattino a causa della precoce esposizione al sole, siamo accompagnati da numerosi scialpinisti provenienti soprattutto da Solda, in Val Venosta.
Superato l'ultimo strappo, con pendenza che raggiunge i 50°, raggiungiamo la cresta finale, che in pochi minuti ci conduce alla croce di vetta: siamo in cima alle 9:20, esattamente 4.30h dalla partenza!
Siamo tutti folgorati dalla vista circostante, su innumerevoli gruppi alpini, resi ancora più affascinanti dall'innevamento tipico di questa stagione e dalla giornata con cielo limpido.
Breve sosta e foto di rito, e via in discesa, per non incappare in neve eccessivamente molle: ai piedi non abbiamo sci ma scarponi e ramponi, ed ad ogni passo rischiamo di sprofondare. In breve, prestando attenzione alla pendenza, siamo alla selletta sopra il collo di bottiglia, e quindi subito giù, per il canalino, che all'ombra delle rocce che lo circondano, presenta invece neve ancora in ottime condizioni.
In meno di un'ora siamo alla base del collo di bottiglia, da dove inizia il dolce pendio che ci porta fino al Pizzini.
Dopo un bella sosta fuori dal rifugio chiuso, ad ammirare la cima conquistata vista da sud, proseguiamo fino al rifugio dei Forni, dove termina la nostra fantastica gita. Per la discesa, al netto delle pause, ci sono volute 3.15h.
Scheda tecnica
24/04/2021
Rifugio ai Forni, Santa Caterina Valfurva
3857mt
PD+
(Vai a legenda)1700mt
Salita: 4.30h
Totale: 7.45h
Scarponi, piccozza, ramponi, caschetto
EdoardoNicolaMatteoStefanoFabio
Note
Ascensione veramente spettacolare ed appagante, resa ancora più affascinante dall’eccezionale innevamento legato alla stagione anticipata. Lo sviluppo non presenta particolari difficoltà tecniche, probabilmente inferiori rispetto ad una ascensione estiva, dove il ghiaccio vivo e l’affiorare di sfasciumi detritici potrebbero rendere il percorso più insidioso. Da effettuare comunque con tempo stabile, neve assestata, buon allenamento visti i 1700 mt di dislivello da compiere in giornata e prevedere salita e discesa nelle prime ore della mattinata, per non incappare in neve troppo allentata. Dalla vetta si gode di un superlativo panorama!