Descrizione
AlpinismoIl Pizzo Tresero è, assieme alla Punta San Matteo, una delle vette più a sud del gruppo Ortles-Cevedale. Raggiunge una elevazione di 3594mt ed è la prima del cosiddetto "Giro delle tredici cime" che si affacciano sul ghiacciaio dei forni.
Punto di partenza per questa ascesa, ormai in settembre inoltrato, è il Rifugio Arnaldo Berni (2541mt), lungo la strada del Gavia che scende verso Santa Caterina Valfurva. Capita raramente di parcheggiare direttamente al rifugio, quindi decidiamo di arrivare nel tardo pomeriggio. Durante la cena ci accordiamo sul tragitto del giorno successivo: cresta ovest per la salita e le via normale (cresta sud-ovest) per la discesa: un interessante giro ad anello in ambiente di alta montagna.
Ore 5.45 partenza di fronte al rifugio: si scende leggermente attraversando il torrente Gavia e poco dopo si incontrano i ruderi del vecchio rifugio Gavia. Si seguono le indicazioni per il ponte dell'amicizia che si raggiunge in 0.30h. Questo ponte è il punto dove inizia e termina il nostro anello: a destra per il sentiero 41 e le indicazioni per il Pizzo Tresero, mentre noi seguiamo a sinistra il sentiero 25, verso nord. Si supera dapprima un dosso erboso, poi alternando un misto di prati e roccette giungiamo alla Capanna Bernasconi (3074 mt, 2.00h dal rifugio), ormai in evidente stato di abbandono.
Sopra la capanna si può raggiungere in una decina di minuti la Punta del Segnale, che ignoriamo.
Puntiamo ora a destra verso una selletta che divide la punta del segnale dalla cresta ovest. Qui inizia la faticosa salita per la cresta: aggiriamo a destra un'enorme roccia, e tra sfasciumi con traccia pressoché assente, ci portiamo sul filo di cresta utilizzando un cordino già presente che aiuta a superare una piccola paretina.
Proseguiamo, sempre con attenzione, tra vari massi e detriti (la roccia risulta molto instabile e spesso ghiacciata) fino a giungere sulla spalla ovest (3433mt). Da qui la croce di vetta è ben visibile e finalmente il sole si fa vedere. La cresta si fa via via più facile ed in circa mezz'ora, sempre tra detriti instabili e ghiacciati, raggiungiamo la grande e appena sistemata, croce del Pizzo Tresero (4.00h dalla partenza).
Il cielo limpido ci consente di osservare tutto il gruppo Ortles-Cevedale nella sua grandezza: Ortles e Gran Zebrù, ormai con poca neve, a nord, via via voltandosi ad est il Cevedale, il Palon de la Mare, poi il San Matteo. Ad ovest il Bernina, mentre il gruppo dell'Adamello purtroppo risulta coperto.
Foto di rito, una breve pausa e ci rimettiamo in marcia per affrontare la discesa, questa volta per la via normale.
Nel primo tratto ci troviamo sul filo della cresta sud-ovest, ma solo per poche decine di metri; la abbandoniamo per scendere una parete rocciosa aiutandoci con delle corde fisse, e, giunti in fondo, tocchiamo la prima neve della giornata. Si prosegue per qualche centinaio di metri su neve e ghiaccio vivo in alcuni punti ma mai con troppa pendenza; poi si torna sulla roccia. In questo tratto si perde dislivello abbastanza velocemente e il sentiero è stavolta ben segnalato. Arriviamo a un anfiteatro morenico con il Corno dei tre Signori in lontananza che ci guarda. Si superano vari tratti pianeggianti alternati a punti più ripidi ed in circa 1.40h siamo al ponte dell’amicizia e infine al Rifugio Berni (2.00h dalla vetta), dove ci attende un piatto di pizzoccheri!.
Scheda tecnica
13/09/2020
Rifugio Berni, Passo del Gavia - Valfurva (SO)
3594mt
PD+
(Vai a legenda)1050mt
Salita: 4.00h
Totale: 6.30h
Scarponi, piccozza, ramponi, imbrago, corda, caschetto
EdoardoNicolaMatteoStefano
Note
Ascesa realizzata a metà settembre, quindi tutta su roccia esclusi una decina di minuti appena scesi dalla cresta sud-ovest. La salita per la cresta-ovest non presenta particolari difficoltà alpinistiche se non per la scarsa qualità della roccia e per la traccia praticamente assente dopo la capanna Bernasconi. Ma nel complesso la via risulta abbastanza intuitiva. Naturalmente l'esperienza su questo tipo di terreno può aiutare. E’ possibile, una volta arrivati in cima, compiere una traversata passando per la punta Pedranzini, il Dosegù e la punta San Matteo infine, scendendo poi per la vedretta del Dosegù e tornando al ponte dell’amicizia. In vetta il panorama è notevole se la giornata lo consente. Anche se non li abbiamo utilizzati è sempre utile avere al seguito piccozza ramponi e corda.