La quota è rosa!
A lezione di alpinismo con Giulia Venturelli, guida alpina di professione
Per affrontare la montagna in sicurezza e imparare a muoversi su terreni sempre più impegnativi, è necessario rivolgersi a chi ne sa. E chi meglio di una guida alpina può trasmetterci questo prezioso sapere? Se poi la guida è una forte e simpatica ragazza, per di più bresciana, beh...allora siamo proprio fortunati.
Giulia Venturelli, classe 1990, svolge la professione di guida alpina dal 2015.
Vive di montagna a tempo pieno.
Una vita per poche donne in Italia: su un migliaio di guide alpine solo una ventina sono donne. Ma questo non l'ha mai spaventata né si è mai sentita ostacolata nel suo percorso. Un faticoso percorso durato anni, fatto di esami teorici e pratici, affiancati da grandi imprese.
Ha inizio tutto ancora da bambina, quando suo padre la porta sulle montagne "di casa" dell'Adamello. Nello zaino la consapevolezza di diventare un'alpinista. Di vivere a contatto con la natura e non al chiuso di un ufficio.
A 19 anni scala con un amico la parete sud della Marmolada (via Don Quixote). E da qui partono tutte le grandi scalate sulle Alpi (tra cui spiccano le Tre Pareti Nord: Cervino, Eiger e Gran Jorasses) e le spedizioni in giro per il mondo, dalla Patagonia al Nepal.
Grazie ad un semplice volantino in palestra ci mettiamo in contatto con Giulia. Il corso consiste in due giornate su roccia e due in ambiente innevato. In questo fine novembre, che pare una primavera, il tempo ci assiste e per due weekend consecutivi, come da programma, impariamo le tecniche base per progredire in cordata su roccia e su ghiacciaio: nodi, soste, paranchi, bamboline, recuperi, utilizzo corretto di ramponi e piccozza, discesa in corda doppia. Con molta concentrazione proviamo a immagazzinare tutte le informazioni fornite in modo preciso e deciso, per poi replicarle sul campo. Tutto sempre sotto lo sguardo di Giulia che con pazienza (tanta tanta pazienza) ci assiste e ci ripete i passaggi dei nodi principali.
In mezzo ai tecnicismi "da manuale" però, ci sono i consigli e l'esperienza di Giulia. E forse sono questi il valore aggiunto del corso, quel capitale umano di cui tanto si sente parlare e che non puoi trovare in nessun video tutorial su internet.
Noi non manchiamo di tempestarla di domande sulle sue imprese passate e future, sulle vie che potremmo fare noi, sui rifugi da evitare e quelli in cui si sta meglio.
Lei risponde, sempre gentile e sincera. E di questo le siamo grati.
Le chiedo se c'è stato un momento, una scalata, una spedizione in cui ha realizzato di essere un'alpinista, insomma di avercela fatta.
Lei ritorna alla ragazzina che inseguiva i passi del papà. Gli altri bambini che si fermano al rifugio con i genitori mentre loro continuano verso il ghiacciaio, corda e piccozza sulle spalle: da quell'istante si è sentita un'alpinista. E non ha mai smesso di migliorarsi per continuare ad esserlo.
Durante il corso, nelle pause tra un nodo e l'altro, capita di trovare Giulia in silenzio con gli occhi rivolti alle montagne circostanti. Forse alla ricerca della traccia normale verso la cima, di un punto di riferimento oppure chissà, a fantasticare su una nuova via. In quegli attimi, tutto in lei trasmette l'amore per la montagna e lo stupore che incantò quella bambina, determinata a far coincidere passione e lavoro: guida alpina di professione.
Qui sotto potete vedere il riassunto del Trittico nord, il concatenamento delle tre pareti nord Adamello, Busazza e Presanella, effettuato da Giulia insieme a Leonardo Gheza nell'aprile 2021, in poco più di 19 ore.