Capodanno nel Feltrino
Eroi nemici ai piedi del Monte Coppolo
Da qualche anno, con un gruppo di amici, siamo soliti festeggiare il capodanno a Lamon, piccolo comune in provincia di Belluno. Un intreccio di amicizie e parentele ci ha fatto conoscere questo territorio che circonda la città di Feltre, luoghi non troppo rinomati ma sicuramente ricchi di fascino.
Prima di arrivare alla nostra destinazione, visitiamo brevemente Marostica e la sua incantevole piazza, famosa per la partita di scacchi con personaggi viventi che si tiene ogni due anni.
Giunti a Fonzaso non possiamo non andare alla ricerca della casa vacanze che è stata per molti ragazzi di Gottolengo il luogo delle vacanze estive, sotto la guida dell'allora curato Don Claudio Cittadini. I ricordi sono ancora ben impressi nella nostra memoria e non fatichiamo a riconoscere le strade che ci portano dritti al palazzo dei Canossiani. Basta uno sguardo nell'ampio cortile per far emergere situazioni e aneddoti che ancora ci fanno emozionare.
Ripresa la strada e arrivati a Lamon, saliamo al nostro albergo di fiducia Al Tajol, situato a 1250mt di quota ai piedi del Monte Coppolo, montagna dolomitica molto cara agli abitanti della zona: anche noi rimaniamo affascinati dalle sue cime innevate e ci promettiamo di salirlo nei giorni seguenti.
L'ospitalità dell'indomabile Aline, gestore e anima del Tajol, ci fa sentire subito a casa: dopo una lauta cena, ecco sbucare gli immancabili giochi da tavolo (chi conosce Dixit?) e una chitarra, per concludere la serata cantando tutti insieme a squarciagola.
L'indomani, complice un clima sereno, visitiamo la cittadina di Feltre, splendida nelle sua zona alta. Poi ci dirigiamo a Pedavena, dove ci aspetta una visita alla storica birreria omonima. Fondata nel 1896 dai fratelli Luciani, parenti del Papa Giovanni Paolo I, rappresenta un'eccellenza nella produzione di birra e un punto di riferimento per le imprese della zona. Ascoltiamo con interesse la guida che spiega tutti i passaggi della lavorazione e ammiriamo le lussuose stanze decorate con mosaici e stucchi veneziani, simbolo della ricchezza dei Luciani.
Una curiosità: dall'estratto del lievito di birra, si produce una specialità rivoluzionaria: il Bovis, un insaporitore per alimenti ricco di proprietà nutritive e vitaminiche nato sempre dal genio dei fratelli Luciani.
La mattina seguente decidiamo di tentare la salita al Monte Coppolo. Il sentiero parte proprio di fronte all'albergo ed è intitolato all'aviatore ungherese Jòszef Kiss. Dopo circa un'ora di cammino incontriamo il monumento a lui dedicato: in questa zona si è combattuta la Prima Guerra Mondiale, la linea del Monte Grappa è molto vicino; alcune targhe commemorative ci ricordano le sofferenze dei giovani soldati al fronte e, in generale, l'assurdità della guerra.
Ma qualcosa non mi torna: perché un monumento celebrativo ad un nemico? E perché proprio qui?
La storia di Kiss è molto celebrata dagli abitanti di Lamon, tanto da fondare nel 2013 il Comitato Jòzsef Kiss, che si propone come luogo d'aggregazione di interessi culturali nella memoria dell'aviatore. Kiss è morto il 24 maggio 1918 in seguito ad uno scontro aereo sul Monte Coppolo; è ricordato come il Cavaliere dei cieli per il suo rispetto verso i nemici. Nonostante decine di combattimenti vittoriosi, si dice che cercasse sempre di risparmiare la vita degli avversari, colpendo l'aereo e mai il pilota. Questo atteggiamento fu riconosciuto ai suoi funerali quando una squadra di aerei italiani, francesi e britannici lanciò fiori sul corteo.
La neve instabile e le poche tracce ci fanno desistere dal continuare sulla cresta del Coppolo. Ma questo non è importante: la montagna non scappa ed anzi è un'ottima scusa per tornarci.
Quello che ci rimane è la storia di un uomo che, nella crudeltà della guerra, ha saputo mantenere vivi quei sentimenti di rispetto e solidarietà che ci rendono umani. Ancora oggi una grande lezione per noi!