Viaggio in Israele
Perché vado in montagna
"Alzo gli occhi verso i monti:
da dove verrà il mio aiuto?
Il mio aiuto è dal Signore
che ha fatto cielo e terra"
Salmo 121 (120)
Chi non desidera fermarsi ogni tanto. Abbandonare la routine quotidiana, non per stare semplicemente fermi ed oziosi, ma per intraprendere un percorso, un cammino: entrare in sé stessi per uscire così verso l'altro.
Con un gruppo della Parrocchia di Gottolengo sono stato in Israele o, come dice un vero pellegrino, in Terra Santa.
Ma cosa accomuna questo viaggio con la montagna? Molto più di quel che si può pensare. Infatti le vicende narrate nella Bibbia sono costellate di monti. Nel nostro itinerario ne abbiamo incontrati diversi:
- il Monte Carmelo (525mt) sul quale, nel IX secolo a.C, visse il profeta Elia. Qui nacque nel XI secolo d.C. l'ordine monastico del Carmelo, legato indissolubilmente alla storia di Gottolengo; la sagra che si tiene nel mese di luglio, è proprio dedicata alla Madonna del Monte Carmelo
- il Monte Hermon (2813mt) che rappresenta il confine nord della Terra Promessa. Dalle sue pendici nasce il Giordano, il fiume nel quale San Giovanni Battista battezzò Gesù
- il Monte delle Beatitudini (150mt) dove Gesù pronunciò il discorso della montagna, o delle beatitudini, ovvero quelle parole che sono una promessa di felicità per chi segue l'insegnamento di Cristo
- il Monte delle Tentazioni (365mt) che si eleva ripido e roccioso sulla di città di Gerico. Come raccontano i Vangeli, in questo luogo Gesù venne tentato per 40 giorni da Satana prima di iniziare la sua vita pubblica
- il Monte Tabor (530mt) dove Gesù rivelò la sua natura divina con la trasfigurazione
- il Monte degli Ulivi (815mt) ai piedi del quale è situato l'orto degli ulivi, il Getsemani. Gesù si ritirò qui prima della passione per pregare e sempre qui venne tradito da Giuda
- infine il Monte Calvario che, essendo solo uno sperone roccioso di pochi metri, si trova ormai inglobato nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, a pochi passi quindi dal luogo della resurrezione di Gesù.
Da sempre gli uomini di tutte le culture hanno collocato sulle montagne la dimora degli dèi. Si pensi ad esempio al Monte Olimpo per i greci o alle ziggurat mesopotamiche che imitano nella forma le alture naturali.
Il monte rappresenta un luogo difficile, forte, potente che non è quello della quotidianità: diventa quindi luogo deputato per la vita divina. La caratteristica principale della montagna è l'elevazione verso il cielo, come fosse un altare naturale proteso verso Dio. È curioso trovare tra i nomi antichi di JHWH (Jahvè in italiano) ʾĒl ʿĒlyōn, l'Altissimo, e anche ʾĒl Shaddaj, il Montanaro, colui che abita le cime dei monti.
Il monte, luogo aspro di solitudine, è lo spazio dell'incontro con il Creatore per chi lo sa cercare. Quante volte in montagna, contemplando il creato, ci sentiamo intimamente legati alla natura e partecipi di un disegno più grande e bellissimo.
Quando si scala una montagna si può dire che si compie un'ascesi. L'ascesi è spesso intesa come una pratica penitenziale per raggiungere il distacco dai beni materiali. In verità la radice greca della parola, àskesis, non vuol dire "penitenza", ma bensì "esercizio". Il salire la montagna si trasforma in esercizio, col tempo sempre più naturale seppure sfidi le leggi di natura che ci vogliono costantemente schiacciati verso il basso. Un esercizio che si affina come un disegno, sempre più definito quindi affascinante e creativo. L'ascesi allora è si fatica e sofferenza, ma anche grande creatività e al tempo stesso grande libertà.
Sono tante le ragioni che mi spingono a vivere la montagna; qui sopra ne trovate alcune. Le altre scopritele voi, salendo in quota.
Buona ascesi a tutti!
Pensieri liberamente ispirati a:
- I monti di Dio, Enzo Bianchi, Luoghi dell’Infinito, Luglio Agosto 2017.
- L’allenamento per chi vuole salire, Gianfranco Ravasi, L’ Osservatore Romano, 30-31 Agosto 2010.