In Partenza!
Dalle altezze dello Sri Pada al cuore delle persone
Viaggio on the road nel meraviglioso Sri Lanka
Era giugno del 2022 quando io e Andrea abbiamo fatto il nostro primo viaggio verso oriente, in Indonesia, e per me l’esperienza di quei luoghi era stata così potente, autentica e significativa da avermi acceso dentro una passione profonda.
L'Oriente mi aveva conquistato con i suoi colori vibranti, i sapori esotici, i profumi intensi, e le sue persone straordinarie. Si percepiva forte quell’aura di misticismo e semplicità che lo avvolgeva e lo rendeva molto diverso dai canoni occidentali e per questo estremamente interessante ai miei occhi.
Alcune persone hanno una gran paura di ciò che è diverso, di ciò che non conoscono, di uscire dalla sicura comfort-zone. Io, al contrario, provo una grande adrenalina nel buttarmi in cose e situazioni a me sconosciute, forse perché, ho imparato che è in quelle situazioni lì che scopro quanto, in un modo o in un altro, io sia in grado di cavarmela da sola. È un po' una sfida con me stessa. Le diversità mi han sempre incuriosito parecchio; gli elementi caratterizzanti, i tratti unici che danno un tono, un sapore alle cose, attirano inevitabilmente la mia attenzione e mi suggeriscono che c'è ben altro, oltre alle solite abitudini e alla mera quotidianità. Non è forse attraverso le nuove esperienze che possiamo imparare qualcosa di nuovo, scoprire anche lati di noi stessi che magari non conoscevamo e magari migliorare come persone? Io credo di sì.
Così, Andrea ed io, spinti dal desiderio di immergerci nuovamente nell'affascinante Oriente, ci siamo ritrovati a dicembre del 2023 con due biglietti aerei per Colombo tra le mani e un itinerario da organizzare. È nella pianificazione che precede un viaggio che io inizio a sentire i primi crepitii di eccitazione nel cuore, come se l'avventura prendesse vita in quel esatto momento. L'idea di viaggio che volevamo vivere era chiara nelle nostre menti: tour itinerante, zaini in spalla, come veri viaggiatori.
Canale di Negombo al tramonto
Gianluca Gotto nel suo libro Come una notte a Bali, definisce viaggiatori le persone che visitano un luogo con gli occhi di un bambino e i modi di un gentiluomo. E noi questa esperienza volevamo proprio viverla così, da viaggiatori, non limitandoci a visitare i luoghi più conosciuti, o facendo solo vita da spiaggia, ma immergendoci nella vita quotidiana, nelle usanze locali, portando il massimo rispetto per i luoghi, le tradizioni e le persone che avremmo incontrato.
Fortezza di Yapahuwa
I BAMBINI DI YAPAHUWA
Arriviamo in Sri Lanka e dopo un primo piccolo trasferimento a Negombo, passiamo la prima giornata a camminare nei dintorni per acclimatarci ed entrare in punta di piedi in quella terra che ci avrebbe ospitato per i successivi 18 giorni: osservavamo le case, i gesti delle persone, i modi di camminare e di interagire tra loro. Percepiamo curiosità, ci sentiamo osservati, ma gli occhi delle persone trasmettono calma e gentilezza, per questo non ci sentiamo per nulla in soggezione, anzi, ci troviamo spesso a scambiare sorrisi e saluti con perfetti sconosciuti.
Iniziamo il giorno seguente il nostro tour, lasciando la costa per addentrarci verso il centro dell'isola, verso le città antiche: prima tappa, Yapahuwa rock fortress.
I bambini di Yapahuwa
Arriviamo alla fortezza in tarda mattinata, saliamo le ripide scale, e iniziamo a girovagare, osservando con attenzione il panorama circostante.
Non è una meta molto turistica, ma non siamo soli, scorgiamo altre due coppie di viaggiatori e un gruppo di ragazzini srilankesi accompagnati da due signore vestite in abiti tradizionali e con appresso altre due bimbe di qualche anno più piccole.
Il gruppo di ragazzini sghignazzava e ci guardavano incuriositi. Noi intenti a fare le nostre foto, ci accorgiamo che pian piano si avvicinano a noi timidamente, e uno di loro esordisce con un “Hello!” sfoggiando un bel sorriso.
L'abbraccio con le bimbe
Ricambiamo il saluto e il sorriso, e sembrava aspettassero solo un nostro segnale per attaccare bottone con noi. “How are you?”, “Hello!” cercano di spiaccicare qualche parola in inglese, gasati per quel incontro con degli occidentali che forse prima d'ora non avevano mai avuto. Una delle ragazzine del gruppo ha con sé uno smartphone e ci chiede di fare delle foto insieme. Parte una sessione di scatti, prima uno ad uno, poi insieme, poi qualche selfie di gruppo e infine ci facciamo qualche foto ricordo anche noi con loro, per ricordarci poi di quel simpatico incontro. Salutiamo i ragazzi e ci accingiamo verso l'uscita della fortezza, ma le due signore che li accompagnavano ci vengono incontro sorridenti insieme alle altre due bimbe più piccole chiedendoci qualche foto anche con loro. “They hug you!” dice una sorridendo, cercando di farmi capire a parole e gesti che le bimbe mi volevano abbracciare, e in un battito di ciglia mi ritrovo stretta tra le braccine magre di queste due piccolette che mi cingono strette strette. Questo contatto inaspettato mi ha emozionato tantissimo, mi scoppia un sorriso gigante in faccia, e a raccontarlo ancora oggi mi si inumidiscono gli occhi di felicità. Che energia incredibile si è sprigionata in quell'abbraccio. Ancora una volta l'oriente mi stava facendo innamorare.
DUE FETTINE DI MANGO
Anuradhapura
Giriamo senza sosta verso il centro dell'isola e visitiamo le città storiche di Mihintale, Anuradhapura, Dambulla catapultandoci indietro nella storia e scoprendo il lato più devoto e spirituale dello Sri Lanka. I templi millenari e le imponenti dagobe si ergono come monumenti e spiccano tra la giungla rigogliosa. Ogni passo in questi luoghi sacri è accompagnato dai mantra dei monaci che si ripetono incessanti come ronzii in sottofondo, e dai profumi e dai colori dei tantissimi fiori che i devoti lasciano come offerte.
Mihintale, con i suoi templi arroccati su un'altura avvolta dalla vegetazione lussureggiante, è una perla bianca che brilla nel centro dello Sri Lanka. Scalando una roccia si arriva sulla sua cima per scorgere l'orizzonte e veder spiccare dal verde intenso della giungla un complesso di templi e un grande buddha bianco, e mentre si contempla lo spettacolo dalla cima, le scimmie curiose e i cani presenti osservano il via vai delle persone da lontano.
Mihintale: la culla del buddismo
Ci sono zone più turistiche, dove le persone locali si sono abituate alle laute mance dei turisti: ci è capitato di trovarci a contrattare o ridimensionare richieste spudorate di soldi con dei locals che senza chiedere nulla si improvvisavano guide turistiche e poi alla fine chiedono di essere pagate. Non abbiamo mai trovato persone aggressive o cattive, ma solo persone che provavano semplicemente a racimolare qualche soldo. Ma è nelle zone meno battute e patinate dal turismo, che ci è arrivato forte e chiaro il messaggio sincero che in Sri Lanka non esistono solo pretese di mance, ma esiste soprattutto la gentilezza e la condivisione.
Sigiriya Lion's Rock
Appena fuori dall'imponente e famosissima Lyon's rock a Sigiriya notiamo delle bancarelle un po' arrabattate e decidiamo di dare un' occhiata mentre aspettavamo il nostro tuk tuk per tornare nel nostro alloggio. Troviamo degli incensi profumatissimi: 30 incensi, per qualche rupia. Pago gli incensi felice del mio affare, il proprietario della bancarella si imbosca per un attimo appena dietro e torna con il mio resto e con un mango in mano. Non capisco subito ma ci chiede di aspettare un attimo. Sbuccia con cura il mango e ci porge una fettina ciascuno. Ci rassicura che è buono, di assaggiarlo con un inglese un po' confuso. Era il mango più dolce e buono che avessi mai assaggiato.
Questo signore ha voluto farci assaggiare il suo mango. Gli incensi li avevamo già comprati e lo avevamo già pagato. Non aveva nessun doppio fine, ha semplicemente voluto condividere il suo mango con noi. È stato un gesto di generosità inaspettato che ci ha scaldato il cuore.
in partenza sul Treno per Ella
COME CI ARRIVIAMO ALLA PROSSIMA GUEST HOUSE?
Durante il nostro viaggio abbiamo dormito in capanne in mezzo alla giungla, guesthouse modeste, a volte proprio in stanze in affitto a fianco delle case dove vivevano le persone locali. Abbiamo fatto colazione con i padroni di casa, condividendo il loro cibo, coccolando i loro animali domestici. In questo viaggio abbiamo volutamente deciso di mettere alla prova il nostro spirito di adattamento, consapevoli che tutto ciò a cui siamo tanto abituati, il comfort, l'estetica, e talvolta anche le condizioni igieniche non ci sarebbero stati, in cambio di esperienze davvero autentiche e a contatto con le persone che abitano questi posti incredibili.
Gli autobus Srilankesi
Questo ci ha fatto riflettere su quanti agi e servizi abbiamo nelle nostre vite e a cui spesso non facciamo neanche più caso, che diamo per scontati, riuscendo a volte ad essere infelici o insoddisfatti, nonostante tutto. Qui le persone non hanno niente, ma niente davvero, eppure tutti sorridono e si concentrano sulle cose essenziali, su quello che hanno, anziché su quello che non hanno.
Così anche noi, durante il nostro viaggio, ci siamo focalizzati sull'essenziale: ci svegliamo la mattina e dopo una bella colazione partivamo alla ricerca di tuk tuk o autobus o treni che ci avrebbero portato alla tappa successiva o ci incamminavamo a piedi con i nostri zaini verso i luoghi di interesse che mi ero segnata di visitare. Non avevamo vincoli, non avevamo orari da rispettare. Eravamo liberi di scegliere come occupare le nostre giornate.
Torre di Ambuluwawa
Appena sotto la torre di Ambuluwawa, ci fermiamo in una caffetteria dove ho potuto gustarmi un cappuccino vero, dopo giorni di solo caffè solubile. Qui iniziamo a studiare come saremmo arrivati alla guest house successiva.
Con il treno ci avremmo messo una giornata intera. In tuk tuk erano 4h e mezza di viaggio, ma sarebbe stato impegnativo con gli zaini stipati addosso. Optiamo per un taxi che in 3 ore ci avrebbe portati a destinazione. Ruvi, il nostro autista di tuk tuk, ci stava aspettando sotto la torre, per riaccompagnarci alla cittadina più vicina. Iniziamo a chiedendogli informazioni su dove poter prendere un taxi. Lui ci fa qualche domanda, per capire dove eravamo diretti, e inizia a fare un giro di telefonate. Rimaniamo increduli quando ci dice che il suo vicino di casa poteva prestargli la macchina e che ci avrebbe accompagnato lui.
La famiglia che ci ha accolto a Ambuluwawa
Accettiamo la sua gentile offerta con piacere, proponendogli noi una mancia per il disturbo e così ci dirigiamo verso casa sua per recuperare la macchina.
Scendiamo dal tuk tuk davanti a casa sua e troviamo tutta la sua famiglia ad accoglierci. La sua bambina di circa 6 anni visibilmente emozionata ci viene incontro e inizia a parlarci nella loro lingua. Non parlano molto inglese, quindi cerchiamo di comunicare a gesti e con i sorrisi. La moglie di Ruvi ci porta due tazze bollenti di tè con il latte. Nel frattempo arrivano a salutarci anche i genitori di Ruvi, due signori anziani sorridenti e un po' zoppicanti, i nipoti e il fratello. Sono lì tutti per conoscerci, salutarci e fare qualche foto con noi. Ci scambiamo i numeri di telefono, gli indirizzi. Ancora oggi ogni tanto ci scriviamo e ci scambiamo foto su whatsapp.
E dopo questa accoglienza meravigliosa ed inaspettata, è tempo per noi di andare. Carichiamo i nostri zaini, salutiamo tutti. Il figlio 12enne viene in auto con noi, ci vuole accompagnare. Anche la bimba più piccola vorrebbe venire, ma la mamma ci dice che in auto sta male, quindi è meglio di no. Lei scoppia in un pianto disperato e a noi si stringe il cuore. Le regalo uno dei miei braccialetti per consolarla un po', sperando che si ricordi di noi e di quell'incontro che tanto speciale.
Inizio del cammino allo Sri Pada
L'ASCESA ALLO SRI PADA
In Sri Lanka esiste una montagna sacra, dove si raggiunge un tempio sulla vetta salendo più di 5000 scalini: è lo Sri Pada, anche chiamato Adam's Peak. Il tempio è stato costruito attorno a una fossa che ha la forma di impronta di un piede e per i Buddhisti è segno di quando Buddha ascese sulla terra. Ogni anno migliaia e migliaia di persone decidono di salire come pellegrinaggio, o anche semplicemente per vedere albe o tramonti che colorano i panorami che si osservano dalla cima.
E chi siamo noi per non tentare pure questa avventura? Arriviamo alla guesthouse nel paesino ai piedi dello Sri Pada il tardo pomeriggio, tempo di sistemare gli zaini e ci addentriamo a curiosare in giro cercando un posto in cui cenare più tardi.
Ascesa allo Sri Pada in notturna
Neanche il tempo di addormentarci, che la sveglia suona subito, all'1:30 di notte. Essendo periodo di pellegrinaggi il rischio è di trovare tantissima gente e rimanere bloccati in code infinite per ore. Così anche se Il meteo non promette bene, decidiamo comunque di salire in notturna per provare ad arrivare su all'alba.
Il primo tratto è un sentiero che esce dal centro abitato e inizia ad addentrarsi nella vegetazione circostante. Ci hanno messo in guardia dalle numerose sanguisughe presenti, ma ci siamo attrezzati con scarpe, calze e pantaloni lunghi ma leggeri, per non schiattare di caldo data l'altissimo tasso di umidità. Iniziano i primi gradoni, molto ampi e larghi, poi sempre un pochino più alti e stretti. Man mano saliamo troviamo qui e là alcuni templi o statue di buddha, e numerose baracche che vendono bibite, biscotti, caramelle di tutto e di più.
Panorama dallo Sri Pada
Arrivati a ¾ di strada il sentiero si fa veramente stretto e i gradini si fanno sempre più ripidi. A questo punto ci si sta massimo in 2 fianco a fianco, ma ben presto ci troveremo in fila indiana. Fortunatamente non troviamo una gran bolgia di persone, probabilmente scoraggiate dal tempo incerto, alla fine verso la fine saremo una trentina di persone curiose di arrivare in cima. Arrivare in cima è stata un' iniezione di gioia e soddisfazione. Visitiamo il tempio e la sacra impronta, rigorosamente scalzi sul pavimento gelido e umido. Suoniamo la campana, un rintocco io e un rintocco Andrea, come la tradizione vuole: si suona un rintocco per ogni volta che si arriva in cima allo Sri Pada. Da lassù nonostante fosse ancora buio, si vedevano tantissime piccole lucine che identificavano i piccoli paesini sottostanti. Attendiamo l'alba che essendo nuvoloso rimane un po' nascosta, ma rimane comunque uno spettacolo vedere i panorami che man mano che la luce aumenta affiorano e si definiscono nitidi sotto di noi. Ci riempiamo gli occhi e facciamo scorta di quelle viste incredibili, prima di iniziare la discesa.
Terminiamo i nostri giorni in Sri Lanka tornando sulla costa. Mentre ci avvicinavamo al mare, il fragore delle onde si univa ai suoni della giungla. La potenza della natura in Sri Lanka è impressionante: gli elementi naturali dominano e pulsano di vita e ti investono con un' energia totalizzante. Arrivando verso la fine del nostro viaggio, proseguiamo il nostro tour: Incontriamo gli elefanti e tantissimi altri animali esotici, nel parco nazionale di Udawalawe, assistiamo al parto delle uova di una tartaruga, una sera in una spiaggia di Tangalle, coccoliamo alcuni cuccioli di cane che si avvicinano in spiaggia per qualche carezza a Secret Beach e ci godiamo qualche giorno di mare.
Il giorno della partenza eravamo frastornati da tante avventure vissute, tanta vita vissuta in così poco tempo, ma lasciamo queste terre pieni di gratitudine e arricchiti di nuove prospettive. È solo una volta tornati che abbiamo realizzato quanto straordinario è stato questo viaggio che ci ha aperto mente e cuore, attraverso posti sconosciuti e esperienze vissute, e che ci ha trasformato come persone attraverso un'esplorazione profonda della nostra capacità di meravigliarci e adattarci.
Potete trovare altre info di questo e di molti altri viaggio sul profilo Instagram di Caterina.