Descrizione
AlpinismoSaliamo alla cima del Monte Adamello dalla Val Salarno, pernottando al Rifugio Prudenzini che quest'anno apre con un po' di ritardo a causa di problemi di rifornimento idrico. La via è lunga e faticosa, ma è considerata la più facile tecnicamente: l'ideale per cominciare al meglio la stagione estiva.
1° giorno
Arrivati a Saviore, prendiamo la stradina, sempre asfaltata, che porta a Malga Fabrezza (1424mt). Il rifugio è molto frequentato e i parcheggi sempre pieni, ma riusciamo a imbucarci e non siamo costretti a scendere per lasciare la macchina ai bordi della strada.
Zaino (pesante) in spalla, partiamo seguendo il sentiero n°14. La strada, lastricata o sterrata, alterna ripidi tornanti a tratti più pianeggianti. Si costeggiano i laghi di Salarno e Dosaccio con le rispettive dighe, fino ad arrivare al rifugio Paolo Prudenzini (2235mt), in 2.30h abbondanti.
Ben accolti da Rino e Selly, ci sistemiamo nelle camere e dopo aver cenato andiamo a dormire subito: la colazione è prevista per le 3.30 e la partenza alle 4 del mattino.
2° giorno
Partiamo al chiaro di luna con un clima tutto sommato mite; le pile frontali illuminano il sentiero dietro il rifugio a caccia dei segni bianco-rossi. Per circa 15 minuti procediamo in piano, poi in leggera salita fino alla svolta a destra che ci immette sulla ripida morena. Il cielo inizia a colorarsi e noi procediamo per rocce rotte fin dove possiamo. Poi indossiamo i ramponi: la neve è ancora abbondante ma dura e le pendenze si fanno via via più ripide, senza mai mollare fino al Passo Salarno (3150mt, 3.00h dal rifugio).
Ora davanti a noi si estende l'immenso ghiacciaio dell'Adamello e i nostri cuori fanno un balzo di stupore e meraviglia: questa bellezza ci ricorda il perché andiamo in montagna!
Dal passo scendiamo di qualche metro, ci leghiamo in 2 cordate e seguiamo con calma la debole traccia che attraversa il Pian di Neve. Su consiglio del rifugista Rino, puntiamo alle roccette della cresta est che scaliamo con molta attenzione senza ramponi, trovando in qualche modo la via più semplice.
Oltrepassiamo gli ultimi 2 nevai pressoché pianeggianti e finalmente siamo in cima! (3539mt, 3.00h dal passo).
La giornata limpida e soleggiata ci permette di godere appieno del panorama: tutte le cime del gruppo dell'Adamello sono ancora ben innevate, uno spettacolo.
Siamo solo noi in cima, stanchi ma visibilmente emozionati e grati per avere negli occhi l'incanto della natura.
Per la discesa decidiamo di scendere dalla cresta sud-ovest, seguendo il tratto finale della via Terzulli tra neve e rocce. Arrivati sul ghiaccio, ritorniamo in direzione est chiudendo un piccolo anello.
Poco prima del passo Salarno, facciamo una piccola deviazione con pausa al caratteristico bivacco Giannantonj.
Seguiamo ora la stessa via di andata, ma la neve inizia a sfondare e ci crea qualche problema di stabilità. Raggiungiamo il rifugio Prudenzini in 5.00h dalla cima, e ci concediamo una merenda rinforzata.
Ma non è ancora finita: ci vorranno altre 2.00h per percorrere l'interminabile strada fino alla macchina.
Aggiornamento Agosto 2023
Le condizioni del ghiacciaio sono notevolmente cambiate. Dal Passo Salarno per raggiungere il ghiacciaio si deve scendere di parecchi metri, eventualmente con una calata in corda doppia; quindi portare l'occorrente per calarsi (da avere sempre comunque su ghiacciaio).
In ogni caso, prima di affrontare il percorso, rivolgetevi ai gestori del Rifugio Prudenzini che sapranno darvi le informazioni esatte.
Scheda tecnica
28/06/2021
Rifugio Stella Alpina Fabrezza, Saviore (BS)
3539mt
PD-
(Vai a legenda)2100mt
Salita: 8.30h
Totale: 15.30h
(2.30h al Rifugio Prudenzini. 6.00h alla cima. 7.00h discesa alla macchina. )
Piccozza, ramponi, corda, imbrago
EdoardoMatteoSerenaFlavioFrancescoMatteo
Note
Stupenda via per la cima più cara ai bresciani, con paesaggi mozzafiato. Se fatto a inizio stagione, il ghiacciaio è in condizioni ottimali; di contro il tratto dal Prudenzini al Passo Salarno diventa più faticoso con la neve. Come sempre il ghiacciaio va affrontato legati con la giusta attrezzatura e con la massima attenzione. Molto bello l'ultimo tratto sulla cresta est: le difficoltà sono contenute e completano il giro con un po' di adrenalina.